Durante questi giorni, durante le ore di informatica, abbiamo studiato la rappresentazione dei numeri, la RAM, la memoria ROM e il BIOS, l'unità centrale di elaborazione, le interruzioni automatiche e il sistema operativo.
Di seguito vi riporto gli appunti di informatica relativi agli argomenti che abbiamo studiato.
mercoledì 22 febbraio 2012
martedì 21 febbraio 2012
La conclusione (o perfezionamento) del contratto, la proposta irrevocabile, il patto di opzione e il diritto di prelazione
Oggi durante l'ora di diritto abbiamo letto le pagine relative alla conclusione (o perfezionamento) del contratto, alla proposta irrevocabile e al diritto di prelazione.
LA CONCLUSIONE (O PERFEZIONAMENTO) DEL CONTRATTO
Stabilisce l'art. 1326, comma 1, c.c.:
Il contratto è concluso nel momento in cui chi ha fatto la proposta ha conoscenza dell'accettazione dell'altra parte.
Individuare tale momento è di grande importanza perché solo da quell'istante i contraenti sono giuridicamente vincolati.
Possono verificarsi, a tale proposito, le seguenti ipotesi:
- I contraenti sono presenti oppure comunicano per telefono (sono, dunque, virtualmente presenti). In questo caso l'accettazione è immediatamente conosciuta dal proponente e il contratto si conclude all'istante. Tranne casi particolari, non è necessario, per il perfezionamento del contratto, che si dia inizio alle reciproche prestazioni. Le parti rimangono vincolate appena è stato raggiunto un accordo e nella maggior parte dei casi è sufficiente un accordo verbale;
- I contraenti sono distanti e comunicano tra loro per lettera, fax o altro mezzo. In questo caso, come prevede l'art. 1326 c.c., il contratto si perfeziona solo quando il proponente, ricevendo l'accettazione, ne prende conoscenza.
E se nel frattempo il proponente ci avesse ripensato?
L'ipotesi non è improbabile. Immaginiamo che un imprenditore, dopo aver inviato a un suo cliente la proposta di vendita di una partita di merce, riceva da un terzo un'offerta di acquisto più vantaggiosa. Che cosa può fare se nel frattempo gli è già arrivata la lettera di accettazione da parte del primo cliente?
Non potrebbe sostenere, per liberarsi dall'impegno, di non averne potuto prendere conoscenza perché, per esempio, era in viaggio?
Rende inutile il ricorso a questo tipo di espedienti l'art. 1335 c.c. rubricato presunzione di conoscenza:
La proposta, l'accettazione, la loro revoca e ogni altra dichiarazione diretta a una determinata persona, si reputano conosciute nel momento in cui giungono all'indirizzo del destinatario, se questi non prova di essere stato, senza sua colpa, nell'impossibilità di averne notizia.
Con tale disposizione l'ordinamento opera una presunzione legale di conoscenza: da un fatto noto (l'accettazione è giunta all'indirizzo del destinatario) risale a un fatto ignoto (il destinatario ha conosciuto il contenuto della comunicazione).
E se il destinatario non avesse potuto conoscere la dichiarazione perché era in viaggio d'affari o perché il documento è casualmente sfuggito all'attenzione sua o della sua segretaria?
Queste situazioni sono irrilevanti. La norma consente al destinatario di rimuovere gli effetti della presunzione provando di essere stato senza sua colpa nell'impossibilità di conoscere la dichiarazione, ma la giurisprudenza opera un'interpretazione molto restrittiva di questa disposizione. Come ha chiarito la Cassazione, il destinatario potrà superare la presunzione di conoscenza solo provando che questa è dovuta al prodursi di un evento eccezionale ed estraneo alla sua volontà come la forzata lontananza in un luogo non conosciuto e non raggiungibile né telefonicamente né per via epistolare (Cass. 1985m n. 450).
Non c'è dunque, in tema di contratti, alcuna possibilità di tornare sulle dichiarazioni fatte?
Non esattamente. Entro limiti di tempo piuttosto contenuti, si può revocare sia la proposta che l'accettazione.
Dispone in proposito l'art. 1328 c.c. che:
- La proposta può essere revocata finché il contratto non sia concluso.
- L'accettazione può essere revocata purché la revoca giunga a conoscenza del proponente prima dell'accettazione.
Semplificando:
- Se abbiamo inviato una proposta a un cliente e siamo in attesa della sua accettazione, possiamo sottrarci al nostro impiego revocando la proposta con un fax, un telegramma o per telefono, prima che giunga al nostro indirizzo l'accettazione del cliente che perfeziona il contratto;
- Se viceversa, avendo ricevuto noi la proposta, abbiamo spedito l'accettazione del contratto, ma a ogni dichiarazione diretta a persona determinata (Cass. 1992, n. 3908).
Ciò vuol dire, per esempio, che l'avviso di convocazione di un'assemblea o la comunicazione di assunzione o di licenziamento, o la lettera di incarico per una supplenza annuale, si danno per conosciuti dal destinatario quando giungono al suo indirizzo.
LA PROPOSTA IRREVOCABILE
Supponiamo di rivolgerci al titolare di un autosalone per chiedergli di vedere la nostra vecchia auto. Questo potrà essere disposto a impiegarsi per trovarci un compratore ma, ragionevolmente, vorrà essere garatito sulla serietà delle nostre intenzioni. Se dopo qualche giorno avessimo un ripensamento, infatti, egli avrebbe lavorato inutilmente.
E' possibile, allora che ci inviti a sottoscrivere una proposta irrevocabile di vendita. Di che cosa si tratta?
La proposta irrevocabile è una proposta di contratto che il proponente si impegna a non revocare prima del termine stabilito.
Dispone, in proposito, il primo comma dell'art. 1329 c.c.: Se il proponente si è obbligato a mantenere ferma la proposta per un certo tempo, la revoca è senza effetto.
In questo tipo di accordo è fondamentale che venga stabilito un termine perché l'ordinamento non favorisce vincoli perpetui. In mancanza del termine, la proposta deve comunque considerarsi revocabile, a prescindere dalla qualificazione che le è stata data (Cass. 1987, n. 3339).
IL PATTO DI OPZIONE
Il termine deriva dal verbo optare, che significa scegliere.
Supponiamo che ci sia un'azienda in vendita. Noi siamo interessati all'acquisto ma ci serve un po' di tempo per rifletterci o per controllare che si verifichino talune occasioni.
Per evitare che nel frattempo l'azienda venga venduta ad altri, possiamo concludere con il venditore un patto di opzione.
L'opzione è un accordo (un vero e proprio contratto) previsto dall'art. 1331 c.c., con il quale una delle parti si obbliga a mantenere ferma la sua proposta e l'altra si riserva il diritto di accettarla o di rifiutarla entro il termine stabilito.
IL DIRITTO DI PRELAZIONE
Il termine prelazione significa preferenza.
Il diritto di prelazione è il diritto di essere preferiti ad altri, a parità di condizioni, nella eventuale conclusione di un futuro contratto.
Tale diritto può derivare dalla legge, e allora si parla di prelazione legale, oppure da un accordo fra le parti, e allora si parla di prelazione volontaria.
Alcune ipotesi di prelazione legale sono previste, per esempio:
- Dalla l. n. (legge numero) 392 del 27 Luglio 1978, per la quale il proprietario che vuole alienare un immobile urbano locato per uso non abitativo deve prima offrirlo a parità di condizioni, al conduttore;
- Dall'art. 732 c.c. per il quale il coerede che intenda alienare la propria quota di eredità deve prima offrirla, a parità di condizioni, agli altri coeredi.
E se il diritto di prelazione legale non venisse rispettato?
Immaginiamo di aver ereditato una casa insieme a un nostro cugino e supponiamo che questo abbia ceduto la propria quota a un'impresa immobiliare senza averla prima offerta a noi. Cosa possiamo fare?
La prelazione legale consente di ottenere la restituzione della cosa anche dal terzo che l'abbia acquistata in violazione del diritto di prelazione (art. 732 c.c.).
Un'ipotesi di prelazione volontaria ci è offerta da questo esempio: immaginiamo di essere titolari di una TV privata e di essere interessati a comperare una emittente minore che tra breve potrebbe essere messa in vendita. Per assicurarci l'acquisto possiamo cercare di concludere con il proprietario un accordo nel quale conveniamo che, se e quando l'emittente in questione sarà posta in vendita, prima che ad altri e a parità di prezzo, verrà offerta a noi.
E se il patto di prelazione volontaria non venisse rispettato?
In questo caso, il titolare del diritto può chiedere il risarcimento del danno.
Ci sembra opportuno, a questo punto, sottolineare la differenza tra prelazione e opzione:
- Chi è titolare di un diritto di opzione si trova nella posizione di poter decidere se concludere oppure no il contratto di cui sono stati già fissati gli estremi;
- Chi è titolare di un diritto di prelazione può solo pretendere di essere preferito a terzi se e quando l'altra parte deciderà di contrattare.
LA CONCLUSIONE (O PERFEZIONAMENTO) DEL CONTRATTO
Stabilisce l'art. 1326, comma 1, c.c.:
Il contratto è concluso nel momento in cui chi ha fatto la proposta ha conoscenza dell'accettazione dell'altra parte.
Individuare tale momento è di grande importanza perché solo da quell'istante i contraenti sono giuridicamente vincolati.
Possono verificarsi, a tale proposito, le seguenti ipotesi:
- I contraenti sono presenti oppure comunicano per telefono (sono, dunque, virtualmente presenti). In questo caso l'accettazione è immediatamente conosciuta dal proponente e il contratto si conclude all'istante. Tranne casi particolari, non è necessario, per il perfezionamento del contratto, che si dia inizio alle reciproche prestazioni. Le parti rimangono vincolate appena è stato raggiunto un accordo e nella maggior parte dei casi è sufficiente un accordo verbale;
- I contraenti sono distanti e comunicano tra loro per lettera, fax o altro mezzo. In questo caso, come prevede l'art. 1326 c.c., il contratto si perfeziona solo quando il proponente, ricevendo l'accettazione, ne prende conoscenza.
E se nel frattempo il proponente ci avesse ripensato?
L'ipotesi non è improbabile. Immaginiamo che un imprenditore, dopo aver inviato a un suo cliente la proposta di vendita di una partita di merce, riceva da un terzo un'offerta di acquisto più vantaggiosa. Che cosa può fare se nel frattempo gli è già arrivata la lettera di accettazione da parte del primo cliente?
Non potrebbe sostenere, per liberarsi dall'impegno, di non averne potuto prendere conoscenza perché, per esempio, era in viaggio?
Rende inutile il ricorso a questo tipo di espedienti l'art. 1335 c.c. rubricato presunzione di conoscenza:
La proposta, l'accettazione, la loro revoca e ogni altra dichiarazione diretta a una determinata persona, si reputano conosciute nel momento in cui giungono all'indirizzo del destinatario, se questi non prova di essere stato, senza sua colpa, nell'impossibilità di averne notizia.
Con tale disposizione l'ordinamento opera una presunzione legale di conoscenza: da un fatto noto (l'accettazione è giunta all'indirizzo del destinatario) risale a un fatto ignoto (il destinatario ha conosciuto il contenuto della comunicazione).
E se il destinatario non avesse potuto conoscere la dichiarazione perché era in viaggio d'affari o perché il documento è casualmente sfuggito all'attenzione sua o della sua segretaria?
Queste situazioni sono irrilevanti. La norma consente al destinatario di rimuovere gli effetti della presunzione provando di essere stato senza sua colpa nell'impossibilità di conoscere la dichiarazione, ma la giurisprudenza opera un'interpretazione molto restrittiva di questa disposizione. Come ha chiarito la Cassazione, il destinatario potrà superare la presunzione di conoscenza solo provando che questa è dovuta al prodursi di un evento eccezionale ed estraneo alla sua volontà come la forzata lontananza in un luogo non conosciuto e non raggiungibile né telefonicamente né per via epistolare (Cass. 1985m n. 450).
Non c'è dunque, in tema di contratti, alcuna possibilità di tornare sulle dichiarazioni fatte?
Non esattamente. Entro limiti di tempo piuttosto contenuti, si può revocare sia la proposta che l'accettazione.
Dispone in proposito l'art. 1328 c.c. che:
- La proposta può essere revocata finché il contratto non sia concluso.
- L'accettazione può essere revocata purché la revoca giunga a conoscenza del proponente prima dell'accettazione.
Semplificando:
- Se abbiamo inviato una proposta a un cliente e siamo in attesa della sua accettazione, possiamo sottrarci al nostro impiego revocando la proposta con un fax, un telegramma o per telefono, prima che giunga al nostro indirizzo l'accettazione del cliente che perfeziona il contratto;
- Se viceversa, avendo ricevuto noi la proposta, abbiamo spedito l'accettazione del contratto, ma a ogni dichiarazione diretta a persona determinata (Cass. 1992, n. 3908).
Ciò vuol dire, per esempio, che l'avviso di convocazione di un'assemblea o la comunicazione di assunzione o di licenziamento, o la lettera di incarico per una supplenza annuale, si danno per conosciuti dal destinatario quando giungono al suo indirizzo.
LA PROPOSTA IRREVOCABILE
Supponiamo di rivolgerci al titolare di un autosalone per chiedergli di vedere la nostra vecchia auto. Questo potrà essere disposto a impiegarsi per trovarci un compratore ma, ragionevolmente, vorrà essere garatito sulla serietà delle nostre intenzioni. Se dopo qualche giorno avessimo un ripensamento, infatti, egli avrebbe lavorato inutilmente.
E' possibile, allora che ci inviti a sottoscrivere una proposta irrevocabile di vendita. Di che cosa si tratta?
La proposta irrevocabile è una proposta di contratto che il proponente si impegna a non revocare prima del termine stabilito.
Dispone, in proposito, il primo comma dell'art. 1329 c.c.: Se il proponente si è obbligato a mantenere ferma la proposta per un certo tempo, la revoca è senza effetto.
In questo tipo di accordo è fondamentale che venga stabilito un termine perché l'ordinamento non favorisce vincoli perpetui. In mancanza del termine, la proposta deve comunque considerarsi revocabile, a prescindere dalla qualificazione che le è stata data (Cass. 1987, n. 3339).
IL PATTO DI OPZIONE
Il termine deriva dal verbo optare, che significa scegliere.
Supponiamo che ci sia un'azienda in vendita. Noi siamo interessati all'acquisto ma ci serve un po' di tempo per rifletterci o per controllare che si verifichino talune occasioni.
Per evitare che nel frattempo l'azienda venga venduta ad altri, possiamo concludere con il venditore un patto di opzione.
L'opzione è un accordo (un vero e proprio contratto) previsto dall'art. 1331 c.c., con il quale una delle parti si obbliga a mantenere ferma la sua proposta e l'altra si riserva il diritto di accettarla o di rifiutarla entro il termine stabilito.
IL DIRITTO DI PRELAZIONE
Il termine prelazione significa preferenza.
Il diritto di prelazione è il diritto di essere preferiti ad altri, a parità di condizioni, nella eventuale conclusione di un futuro contratto.
Tale diritto può derivare dalla legge, e allora si parla di prelazione legale, oppure da un accordo fra le parti, e allora si parla di prelazione volontaria.
Alcune ipotesi di prelazione legale sono previste, per esempio:
- Dalla l. n. (legge numero) 392 del 27 Luglio 1978, per la quale il proprietario che vuole alienare un immobile urbano locato per uso non abitativo deve prima offrirlo a parità di condizioni, al conduttore;
- Dall'art. 732 c.c. per il quale il coerede che intenda alienare la propria quota di eredità deve prima offrirla, a parità di condizioni, agli altri coeredi.
E se il diritto di prelazione legale non venisse rispettato?
Immaginiamo di aver ereditato una casa insieme a un nostro cugino e supponiamo che questo abbia ceduto la propria quota a un'impresa immobiliare senza averla prima offerta a noi. Cosa possiamo fare?
La prelazione legale consente di ottenere la restituzione della cosa anche dal terzo che l'abbia acquistata in violazione del diritto di prelazione (art. 732 c.c.).
Un'ipotesi di prelazione volontaria ci è offerta da questo esempio: immaginiamo di essere titolari di una TV privata e di essere interessati a comperare una emittente minore che tra breve potrebbe essere messa in vendita. Per assicurarci l'acquisto possiamo cercare di concludere con il proprietario un accordo nel quale conveniamo che, se e quando l'emittente in questione sarà posta in vendita, prima che ad altri e a parità di prezzo, verrà offerta a noi.
E se il patto di prelazione volontaria non venisse rispettato?
In questo caso, il titolare del diritto può chiedere il risarcimento del danno.
Ci sembra opportuno, a questo punto, sottolineare la differenza tra prelazione e opzione:
- Chi è titolare di un diritto di opzione si trova nella posizione di poter decidere se concludere oppure no il contratto di cui sono stati già fissati gli estremi;
- Chi è titolare di un diritto di prelazione può solo pretendere di essere preferito a terzi se e quando l'altra parte deciderà di contrattare.
Il costo fisso, variabile, medio, marginale e totale
Oggi durante l'ora di economia politica abbiamo letto le pagine relative al costo fisso, variabile, medio, marginale e totale.
Vi riassumo brevemente ciò che abbiamo letto, spiegandovi i concetti del costo fisso, variabile, medio, marginale e totale.
I costi fissi sono quelli che non variano al variare della quantità prodotta.
Sono tali, ad esempio, i costi per l'assicurazione, i canoni di affitto, gli interessi pagati alle banche per i finanziamenti concessi, le quote di ammortamento dei macchinari, etc.
I costi variabili variano in funzione della quantità prodotta.
Sono variabili i costi per le materie prime, per l'energia, per la manodopera, etc.
Pensiamo ai costi che deve sopportare l'impresa produttrice di gelati per i coni, lo zucchero, l'energia elettrica: essi dipendono direttamente dalla quantità di gelati prodotti. Tuttavia, le spese per l'acquisto di questi fattori produttivi non aumentano in maniera uniforme. Quando la produzione è pari a zero essi sono nulli. Nella fase iniziale della produzione aumentano piuttosto lentamente, con incrementi meno che proporzionali, quindi sempre più rapidamente, sino al punto di subire incrementi elevatissimi anche al minimo aumento produttivo.
Il costo unitario medio o costo medio è dato dal rapporto tra il costo totale e la quantità prodotta.
Le variazioni del valore del costo medio, all'aumentare della produzione, sono influenzate sia dalla componente dei costi fissi, sia da quella dei costi variabili.
Il costo medio ha un andamento piuttosto regolare che segue l'aumento di produzione: dapprima diminuisce decisamente, per effetto della ripartizione dei costi fissi su un maggior numero di prodotti e delle economie interne; quindi, a partire dal livello produttivo in cui cessano gli effetti benefici delle economie interne, le diminuzioni si fanno più modeste, fino a un punto minimo in corrispondenza del quale il costo medio comincia a crescere. L'inversione di andamento si spiega con il fatto che le diminuzioni sul costo per unità di prodotto dovute alla ripartizione dei costi fissi, non bastano più a compensare gli aumenti dei costi variabili che, come sappiamo, quando hanno raggiunto un certo livello di sfruttamento degli impianti cominciano a crescere sensibilmente.
Formula del costo medio: CUM = CT/Q
Il costo marginale corrisponde alla variazione del costo totale che deriva dalla produzione di una unità aggiuntiva di prodotto.
Formula del costo marginale: CMg = CT - CT (n - 1)
Anche il costo marginale segue l'aumentare della produzione con andamento prima decrescente e poi crescente, ma l'intensità delle variazioni è decisamente più repentina. Infatti, nel costo marginale la componente dei costi fissi non esercita alcuna influenza: le variazioni dipendono esclusivamente dai costi variabili.
Il costo totale è l'insieme dei costi fissi e dei costi variabili che può definirsi, dunque, come l'insieme delle spese sostenute dall'imprenditore per realizzare l'intera produzione.
Formula del costo totale: CT = CF + CV
Vi riassumo brevemente ciò che abbiamo letto, spiegandovi i concetti del costo fisso, variabile, medio, marginale e totale.
I costi fissi sono quelli che non variano al variare della quantità prodotta.
Sono tali, ad esempio, i costi per l'assicurazione, i canoni di affitto, gli interessi pagati alle banche per i finanziamenti concessi, le quote di ammortamento dei macchinari, etc.
I costi variabili variano in funzione della quantità prodotta.
Sono variabili i costi per le materie prime, per l'energia, per la manodopera, etc.
Pensiamo ai costi che deve sopportare l'impresa produttrice di gelati per i coni, lo zucchero, l'energia elettrica: essi dipendono direttamente dalla quantità di gelati prodotti. Tuttavia, le spese per l'acquisto di questi fattori produttivi non aumentano in maniera uniforme. Quando la produzione è pari a zero essi sono nulli. Nella fase iniziale della produzione aumentano piuttosto lentamente, con incrementi meno che proporzionali, quindi sempre più rapidamente, sino al punto di subire incrementi elevatissimi anche al minimo aumento produttivo.
Il costo unitario medio o costo medio è dato dal rapporto tra il costo totale e la quantità prodotta.
Le variazioni del valore del costo medio, all'aumentare della produzione, sono influenzate sia dalla componente dei costi fissi, sia da quella dei costi variabili.
Il costo medio ha un andamento piuttosto regolare che segue l'aumento di produzione: dapprima diminuisce decisamente, per effetto della ripartizione dei costi fissi su un maggior numero di prodotti e delle economie interne; quindi, a partire dal livello produttivo in cui cessano gli effetti benefici delle economie interne, le diminuzioni si fanno più modeste, fino a un punto minimo in corrispondenza del quale il costo medio comincia a crescere. L'inversione di andamento si spiega con il fatto che le diminuzioni sul costo per unità di prodotto dovute alla ripartizione dei costi fissi, non bastano più a compensare gli aumenti dei costi variabili che, come sappiamo, quando hanno raggiunto un certo livello di sfruttamento degli impianti cominciano a crescere sensibilmente.
Formula del costo medio: CUM = CT/Q
Il costo marginale corrisponde alla variazione del costo totale che deriva dalla produzione di una unità aggiuntiva di prodotto.
Formula del costo marginale: CMg = CT - CT (n - 1)
Anche il costo marginale segue l'aumentare della produzione con andamento prima decrescente e poi crescente, ma l'intensità delle variazioni è decisamente più repentina. Infatti, nel costo marginale la componente dei costi fissi non esercita alcuna influenza: le variazioni dipendono esclusivamente dai costi variabili.
Il costo totale è l'insieme dei costi fissi e dei costi variabili che può definirsi, dunque, come l'insieme delle spese sostenute dall'imprenditore per realizzare l'intera produzione.
Formula del costo totale: CT = CF + CV
lunedì 13 febbraio 2012
La scelta della combinazione ottimale dei fattori produttivi e la teoria degli isoquanti
Oggi durante l'ora di economia politica abbiamo letto le due pagine relative alla scelta della combinazione ottimale dei fattori produttivi e alla teoria degli isoquanti.
LA SCELTA DELLA COMBINAZIONE OTTIMALE DEI FATTORI PRODUTTIVI: COME PRODURRE?
Il problema delle scelte si presenta all'imprenditore in tutta la sua evidenza nel momento in cui egli è chiamato a decidere i fattori produttivi con cui intende realizzare la produzione.
Per meglio inquadrare la questione dobbiamo premettere che:
- I fattori produttivi hanno produttività diversa;
- Per la legge dei rendimenti decrescenti, la produttività di un fattore tende a diminuire per ogni unità aggiuntiva;
- E' possibile ottenere lo stesso risultato cambiando in maniera diversa i fattori produttivi; ad esempio, posso ottenere 500 ettolitri di vino sia impiegando tre operai e un trattore, sia un operaio e due trattori;
- L'imprenditore dispone di una determinata somma da spendere nell'acquisto dei fattori produttivi, e questi hanno costi diversi.
Ciò posto, il problema dell'imprenditore è quello di spendere la somma di cui dispone per acquistare quella combinazione di fattori produttivi che gli consente di ottenere la massima quantità di prodotto possibile. Si tratta, come ricorderemo, della condizione di equilibrio ispirata al principio del tornaconto edonistico.
Il ragionamento da seguire è quello marginalista, già adottato per la determinazione dell'equilibrio del consumatore. Se per un momento trascurassimo il diverso prezzo dei fattori produttivi, potremmo facilmente risolvere il problema. La combinazione ottimale sarebbe quella ottenuta spendendo tutto il capitale fino all'ultimo centesimo nell'acquisto di quantità dei fattori di volta in volta a più alta produttività, fino al punto in cui le produttività ,arginali di tutti i fattori si equivalgono.
Considerando P1, P2, ... Pn le produttività marginali dei diversi fattori, potremmo esprimere questa condizione di equilibrio con la formula seguente.
P1 = P2 = ... = Pn
Poniamo, ad esempio, che i fattori produttivi siano materie prime (M), lavoro (L) e capitale (K), e che abbiano differenti gradi di produttività, ma il medesimo prezzo unitario. In tal caso le scelte di impiego dell'imprenditore seguiranno l'ordine rigorosamente dettato dal grado di produttività.
La combinazione ottimale sarà pertanto di 4 unità di M e di L e 3 di K.
Avendo, tuttavia, i fattori produttivi costi diversi, l'imprenditore non potrà tenerne conto. Il dato che egli considererà sarà, quindi, quello della produttività marginale ponderata, vale a dire il rapporto tra la produttività marginale e il prezzo del fattore produttivo.
La combinazione ottimale di fattori produttivi, quella che realizza la massima quantità di prodotto in rapporto alla somma spesa, si ha nel momento in cui le produttività di prodotto in rapporto alla somma spesa, si ha nel momento in cui le produttività marginali ponderate dei fattori sono uguali.
LA TEORIA DEGLI ISOQUANTI
La combinazione ottimale dei fattori produttivi si può determinare anche utilizzando uno strumento diverso dalla produttività marginale ponderata.
Ogni impresa dispone di differenti tecniche per ottenere lo stesso risultato produttivo. Supponiamo, ad esempio, che un cantiere navale per costruire una barca a vela possa utilizzare sia manodopera specializzata, con più elevata produttività e maggior costo orario, sia manodopera non specializzata. L'impresa potrebbe scegliere di impiegare un solo tipo di lavoratore, ad esempio per 1000 ore di lavoro specializzato o 2000 ore di lavoro non specializzato, oppure una combinazione di entrambi i tipi, ad esempio 300 e 800, 500 e 500, 600 e 300 ecc.
LA SCELTA DELLA COMBINAZIONE OTTIMALE DEI FATTORI PRODUTTIVI: COME PRODURRE?
Il problema delle scelte si presenta all'imprenditore in tutta la sua evidenza nel momento in cui egli è chiamato a decidere i fattori produttivi con cui intende realizzare la produzione.
Per meglio inquadrare la questione dobbiamo premettere che:
- I fattori produttivi hanno produttività diversa;
- Per la legge dei rendimenti decrescenti, la produttività di un fattore tende a diminuire per ogni unità aggiuntiva;
- E' possibile ottenere lo stesso risultato cambiando in maniera diversa i fattori produttivi; ad esempio, posso ottenere 500 ettolitri di vino sia impiegando tre operai e un trattore, sia un operaio e due trattori;
- L'imprenditore dispone di una determinata somma da spendere nell'acquisto dei fattori produttivi, e questi hanno costi diversi.
Ciò posto, il problema dell'imprenditore è quello di spendere la somma di cui dispone per acquistare quella combinazione di fattori produttivi che gli consente di ottenere la massima quantità di prodotto possibile. Si tratta, come ricorderemo, della condizione di equilibrio ispirata al principio del tornaconto edonistico.
Il ragionamento da seguire è quello marginalista, già adottato per la determinazione dell'equilibrio del consumatore. Se per un momento trascurassimo il diverso prezzo dei fattori produttivi, potremmo facilmente risolvere il problema. La combinazione ottimale sarebbe quella ottenuta spendendo tutto il capitale fino all'ultimo centesimo nell'acquisto di quantità dei fattori di volta in volta a più alta produttività, fino al punto in cui le produttività ,arginali di tutti i fattori si equivalgono.
Considerando P1, P2, ... Pn le produttività marginali dei diversi fattori, potremmo esprimere questa condizione di equilibrio con la formula seguente.
P1 = P2 = ... = Pn
Poniamo, ad esempio, che i fattori produttivi siano materie prime (M), lavoro (L) e capitale (K), e che abbiano differenti gradi di produttività, ma il medesimo prezzo unitario. In tal caso le scelte di impiego dell'imprenditore seguiranno l'ordine rigorosamente dettato dal grado di produttività.
La combinazione ottimale sarà pertanto di 4 unità di M e di L e 3 di K.
Avendo, tuttavia, i fattori produttivi costi diversi, l'imprenditore non potrà tenerne conto. Il dato che egli considererà sarà, quindi, quello della produttività marginale ponderata, vale a dire il rapporto tra la produttività marginale e il prezzo del fattore produttivo.
La combinazione ottimale di fattori produttivi, quella che realizza la massima quantità di prodotto in rapporto alla somma spesa, si ha nel momento in cui le produttività di prodotto in rapporto alla somma spesa, si ha nel momento in cui le produttività marginali ponderate dei fattori sono uguali.
LA TEORIA DEGLI ISOQUANTI
La combinazione ottimale dei fattori produttivi si può determinare anche utilizzando uno strumento diverso dalla produttività marginale ponderata.
Ogni impresa dispone di differenti tecniche per ottenere lo stesso risultato produttivo. Supponiamo, ad esempio, che un cantiere navale per costruire una barca a vela possa utilizzare sia manodopera specializzata, con più elevata produttività e maggior costo orario, sia manodopera non specializzata. L'impresa potrebbe scegliere di impiegare un solo tipo di lavoratore, ad esempio per 1000 ore di lavoro specializzato o 2000 ore di lavoro non specializzato, oppure una combinazione di entrambi i tipi, ad esempio 300 e 800, 500 e 500, 600 e 300 ecc.
giovedì 9 febbraio 2012
Il contratto
Oggi durante l'ora di economia politica è stato spiegato il contratto.
Il contratto costituisce il più diffuso modo di acquisto dei diritti e la maggior fonte di obbligazioni.
Definisce il contratto l'art. 1321 c.c.: Il contratto è l'accordo di due o più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale.
Il contratto è un accordo, ci viene subito chiarito dal legislatore. E' un accordo, come ciascuno sa, è un incontro di più volontà. Se le volontà non si incontrano, il contratto non si forma e non sorge alcun vincolo giuridico.
All'accordo possono partecipare due o più parti. La prima ipotesi è più frequente: si svolgono tra due parti (e si dicono per questo bilaterali) i contratti più comuni come la vendita, la locazione, l'appalto, il mutuo, il trasporto.
Possono essere plurilaterali, invece, i contratti costitutivi di società, di associazione, di consorzio, nei quali, generalmente, le parti sono più di due.
Successivamente la norma offre una sintesi dei possibile contenuti del contratto chiarendo che con esso si può:
- Costituire un rapporto giuridico: pensiamo ai contratti di locazione, di assicurazione, di mutuo che costituiscono, cioè creano, rapporti che prima non esistevano;
- Regolare un rapporto giuridico: pensiamo agli statuti delle società o ai regolamenti di condominio che regolano, cioè disciplinano, i rapporti societari o condominiali;
- Estinguere un rapporto giuridico: pensiamo all'accordo con cui le parti decidono di porre fine a un rapporto preesistente.
Infine la norma pone un limite di grande rilevanza: il contratto costituisce, regola o estingue solo rapporti giuridici di natura patrimoniale.
Che cosa vuol dire? Vuol dire che un accordo tra due o più parti può definirsi contratto solo se ha per oggetto rapporti valutabili economicamente.
Il contratto costituisce il più diffuso modo di acquisto dei diritti e la maggior fonte di obbligazioni.
Definisce il contratto l'art. 1321 c.c.: Il contratto è l'accordo di due o più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale.
Il contratto è un accordo, ci viene subito chiarito dal legislatore. E' un accordo, come ciascuno sa, è un incontro di più volontà. Se le volontà non si incontrano, il contratto non si forma e non sorge alcun vincolo giuridico.
All'accordo possono partecipare due o più parti. La prima ipotesi è più frequente: si svolgono tra due parti (e si dicono per questo bilaterali) i contratti più comuni come la vendita, la locazione, l'appalto, il mutuo, il trasporto.
Possono essere plurilaterali, invece, i contratti costitutivi di società, di associazione, di consorzio, nei quali, generalmente, le parti sono più di due.
Successivamente la norma offre una sintesi dei possibile contenuti del contratto chiarendo che con esso si può:
- Costituire un rapporto giuridico: pensiamo ai contratti di locazione, di assicurazione, di mutuo che costituiscono, cioè creano, rapporti che prima non esistevano;
- Regolare un rapporto giuridico: pensiamo agli statuti delle società o ai regolamenti di condominio che regolano, cioè disciplinano, i rapporti societari o condominiali;
- Estinguere un rapporto giuridico: pensiamo all'accordo con cui le parti decidono di porre fine a un rapporto preesistente.
Infine la norma pone un limite di grande rilevanza: il contratto costituisce, regola o estingue solo rapporti giuridici di natura patrimoniale.
Che cosa vuol dire? Vuol dire che un accordo tra due o più parti può definirsi contratto solo se ha per oggetto rapporti valutabili economicamente.
mercoledì 8 febbraio 2012
Esercizi sul Present Perfect e sul Past Simple
Oggi durante l'ora di inglese abbiamo svolto degli esercizi sul Present Perfect e il Past Simple.
In pratica questi esercizi consistevano nel completare dei mini-dialoghi utilizzando o il Present Perfect o il Past Simple.
Di seguito vi riporto tali frasi da completare in modo che anche voi possiate esercitarvi.
____ (you / ever / been) to Mexico?
No, never. I only ____ (go) as far as the Mexican border when I ____ (be) in California years ago.
Why don't you go to a Japanese restaurant with your friend?
Good idea. She ____ (never / be) to one before.
What about you, Jane? ____ (you / ever / eat) Japanese food?
____ (your parents / meet) your girlfriend already, Sammy?
Yes, I ____ (take) her home and ____ (introduce) her to them last month.
I know Sally Robinson.
Really? ____ (you / meet) her recently?
Oh, no. A long time ago.
When ____ (you / meet) her?
I ____ (meet) her during the tour of Tunisia in 1989.
____ (he / ever / have) pneumonia before?
Yes, doctor. He ____ (already / have) it twice. He ____ (have) it ten years ago the first time, and then again last year.
It's nearly lunch time and I ____ (not see) Mrs Carter yet this morning. ____ (you / see) her?
Yes, I ____ (see) her when I ____ (arrive) in the office but she ____ (go) out soon afterwards.
We ____ (have) this house for about ten years. When we ____ (move) here er first ____ (rent) a flat in the city centre, but we ____ (not like) living there. So we ____ (start) to look for a house of our own until we ___ (find) this one. It ____ (be) love at first sight. There ____ (be) nothing in the garden, though. So we ____ (plant) some trees which ____ (now / grow) a lot, as you can see. We ____ (make) some changes and ____ (mend) some parts in the last few years.
Even though we ____ (spend) a lot of money for all this, we ____ (never / regret)buying it.
Sheila ____ (always / love) animals. She ____ (think) she would become a vet all her life, since she ____ (be) a child. In fact, last year, after she ____ (get) her A levels, she ____ (start) to study veterinary science. When she ____ (turn) four, her parents ____ (bring) her a puppy: they ____ (become) inseparable friends until he ____ (die) six years ago. Since then, she ____ (have) two Alsatians and three cats. When she ____ (enter) University, though, she ____ (leave) them at home with her parents, as pets are not allowed in the college.
In pratica questi esercizi consistevano nel completare dei mini-dialoghi utilizzando o il Present Perfect o il Past Simple.
Di seguito vi riporto tali frasi da completare in modo che anche voi possiate esercitarvi.
____ (you / ever / been) to Mexico?
No, never. I only ____ (go) as far as the Mexican border when I ____ (be) in California years ago.
Why don't you go to a Japanese restaurant with your friend?
Good idea. She ____ (never / be) to one before.
What about you, Jane? ____ (you / ever / eat) Japanese food?
____ (your parents / meet) your girlfriend already, Sammy?
Yes, I ____ (take) her home and ____ (introduce) her to them last month.
I know Sally Robinson.
Really? ____ (you / meet) her recently?
Oh, no. A long time ago.
When ____ (you / meet) her?
I ____ (meet) her during the tour of Tunisia in 1989.
____ (he / ever / have) pneumonia before?
Yes, doctor. He ____ (already / have) it twice. He ____ (have) it ten years ago the first time, and then again last year.
It's nearly lunch time and I ____ (not see) Mrs Carter yet this morning. ____ (you / see) her?
Yes, I ____ (see) her when I ____ (arrive) in the office but she ____ (go) out soon afterwards.
We ____ (have) this house for about ten years. When we ____ (move) here er first ____ (rent) a flat in the city centre, but we ____ (not like) living there. So we ____ (start) to look for a house of our own until we ___ (find) this one. It ____ (be) love at first sight. There ____ (be) nothing in the garden, though. So we ____ (plant) some trees which ____ (now / grow) a lot, as you can see. We ____ (make) some changes and ____ (mend) some parts in the last few years.
Even though we ____ (spend) a lot of money for all this, we ____ (never / regret)buying it.
Sheila ____ (always / love) animals. She ____ (think) she would become a vet all her life, since she ____ (be) a child. In fact, last year, after she ____ (get) her A levels, she ____ (start) to study veterinary science. When she ____ (turn) four, her parents ____ (bring) her a puppy: they ____ (become) inseparable friends until he ____ (die) six years ago. Since then, she ____ (have) two Alsatians and three cats. When she ____ (enter) University, though, she ____ (leave) them at home with her parents, as pets are not allowed in the college.
Esercizi sulle disequazioni di secondo grado con il valore assoluto
Iscriviti a:
Post (Atom)