Oggi durante l'ora di storia abbiamo letto le due pagine relative alla Riforma a Zurigo.
La ribellione teologica trova terreno fertile anche in Svizzera e in primo luogo a Zurigo, dove il protagonista della Riforma è il canonico della cattedrale, Hildrych Zwingli (1484-1531). Nato in un modesto villaggio svizzero, Zwingli ha modo di compiere studi universitari a Vienna e a Basilea, per essere poi ordinato sacrdote e venir accolto nel 1518 presso la Cattedrale di Zurigo. Negli anni precedenti è stato profondamente influenzato da Erasmo e dalla sua visione di un rinnovamento sociale compiuto attraverso l'educazione; ma è quando arriva a Zurigo, dove quasi sicuramente riceve notizie della ribellione di Wittenberg, che comincia a maturare idee di rinnovamento religioso. Da 1519 inizia una sua innovativa attività di predicazione, tutta basata sulla lettura della Bibbia, nella quale - attaccando durante la corruzione della Chiesa di Roma - esalta l'ideale di una comunità cristiana rigenerata, di una sorta di repubblica di profeti, di una città interamente governata dalle Scritture e in particolare dalla Bibbia.
Un'ipotesi di questo tipo si fa strada in città, fino a convincere le autorità politiche ad accogliere le esortazioni del riformatore. E' così che, tra il 1524 e il 15125, Zwingli riforma la Chiesa di Zurigo; le immagini sacre, considerate fonti di idolatria, vengono distrutte, il celibato dei preti viene abolito (e Zwingli stesso si sposa), i conventi vengono chiusi, mentre i loro beni sono requisiti dalle autorità; infine, e soprattutto, la messa viene riformata, con l'abrogazione del sacramento dell'eucarestia.
Molti aspetti della Riforma zwingliana coincidono con quelli della Riforma luterana; ma sull'interpretazione da dare all'eucarestia come una sorta di cerimonia commemorativa del sacrificio di Cristo, negando che nel corso del rito si manifesti in qualunque modo un'effettiva Sua presenza; mentre Lutero, pur non accettando il dogma della transustanziazione, ovvero della trasformazione effettiva del pane e del vino nel corpo di Cristo, crede in una sorta di Sua compresenza nel pane e nel vino cerimoniale. La distinzione è sottile e tuttavia fa sì che luterani e zwingliani non trovino mai un solido e permanente terreno d'accordo.
Sotto la guida di Zwingli, il Consiglio cittadino accetta di fare di Zurigo una sorta di città santa, in cui politica e religione si fondono inestricabilmente; e ciò per convinzione, certo, ma anche per uno schietto calcolo politico, perchè i notabili cittadini vedono nella Riforma un'occasione per aumentare il proprio potere a spese dell'autorità ecclesiastica: il Consiglio comincia così a nominare i predicatori, istituisce un tribunale matrimoniale ed emana dei regolamenti per il controllo della morale pubblica.
La Riforma zurighese, però, rompe l'unità della Confederazione svizzera. Nel 1528 Zwingli tenta di costruire una Lega delle città e dei cantoni riformati che comprende ovviamente Zurigo e poi Berna, Basilea, Costanza, Biel, Mùlhausen, Sciaffusa, San Gallo e, dal 1530, Strasburgo: ma l'alleanza non è compatta nè forte militarmente. Molto più determinata è la cattolica Lega dei cinque cantoni (Lucerna, Uri, Schwyz, Unterwalden e Zug), che nell'ottobre del 1531 attacca Zurigo. I riformati sono sconfitti; il corpo di Zwingli - che ha guidato le milizie cittadine - viene trovato sul campo di battaglia senza vita dai nemici, e da costoro viene squartato e bruciato.
Ciò nonostante, però, i vincitori non infieriscono su Zurigo: infatti i contendenti sottoscrivono un trattato di pace che riconosce a ciascun cantone svizzero il diritto di decidere in materia di fede; e sino alla fine del XVII secolo sarà sulle base di questo trattato che verranno disciplinati i rapporti tra i cantoni riformati e quelli cattolici.
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