Di seguito vi riassumo gli argomenti che sono stati trattati durante in questa ora di lezione.
La teoria del consumo dei marginalisti:
il consumatore ragiona sulla base dell'utilità marginale. Poichè questa è decrescente solo riducendo il prezzo è possibile un aumento delle quantità domandate.
L'analisi marginalista è di tipo microeconomico, vale a dire studia esclusivamente il comportamento del singolo agente e non il fenomeno del consumo nel suo complesso, ritenendo che il fenomeno generale altro non sia che la semplice somma dei singoli comportamenti individuali.
Infine, essa parte dal presupposto che il consumatore, nel suo agire, sia mosso esclusivamente da esigenze razionali e utilitaristiche, cercando di ottenere il massimo risultato impiegando il minimo di risorse, ovvero la massima soddisfazione con i mezzi di cui dispone (principio del tornaconto), spinto unicamente dal fine egoistico di trarne un vantaggio personale (principio edonistico).
L'utilità economica:
l'utilità, nel lessico specifico dell'economia è l'idoneità di un bene a soddisfare un bisogno.
L'utilità economica ha carattere soggettivo, cioè cambia da individuo a individuo, così come i bisogni di ciascuno ed è variabile, vale a dire muta a seconda delle circostanze di tempo, di ambiente, di clima, etc.
L'utilità marginale:
l'utilità marginale è la soddisfazione che un individuo trae dal consumo di un bene.
L'utilità marginale decrescente afferma che all'aumentare del consumo di un bene, l'utilità marginale di quel bene diminuisce.
L'utilità totale:
l'utilità totale è la somma delle utilità delle singole dosi del bene.
Il punto di equilibrio:
il punto di equilibrio del consumatore è la condizione ottimale che rende la massima utilità.
L'utilità marginale ponderata:
l'utilità marginale ponderata è il rapporto tra l'utilità marginale del bene e il suo prezzo.
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