martedì 13 marzo 2012

La concorrenza perfetta, i mercati contendibili e il monopolio assoluto

Oggi durante l'ora di economia politica abbiamo letto le pagine relative alla concorrenza perfetta, i mercati contendibii e il monopolio assoluto.

Di seguito vi riassumo tali argomenti che sono stati letti ed esposti.

LA CONCORRENZA PERFETTA

Le condizioni richieste perché si abbia questa forma di mercato sono numerose e difficilmente verificabili nel loro insieme contemporaneamente.

LE CARATTERISTICHE DELLA CONCORRENZA PERFETTA

Sia la domanda che l'offerta devono essere suddivise in un numero elevatissimo di soggetti economici, ciascuno di dimensioni così ridotte da non poter influenzare in alcun modo il mercato (si parla a proposito di atomizzazione o polverizzazione della domanda e dell'offerta).
In pratica, la quantità domanda e la quantità offerta da ciascun soggetto è così bassa da non incidere minimamente sulle curve della domanda e dell'offerta, il cui andamento resterebbe esattamente lo stesso anche senza il contributo di quel determinato soggetto.

Non devono inoltre sussistere ostacoli di alcun genere all'ingresso di nuovi operatori economici sul mercato.

Il mercato di concorrenza perfetta deve avere poi un grado elevatissimo di trasparenza delle informazioni, cosicché ogni operatore deve essere in grado di conoscere immediatamente le condizioni dell'offerta e della domanda.
Si tratta di un presupposto fondamentale. Se il consumatore infatti non potesse confrontare la qualità e il prezzo dei prodotti offerti non potrebbe compiere le scelte più convenienti e ciò finirebbe per alternare il gioco della concorrenza tra le imprese e quindi il meccanismo automatico di mercato. Non l'impresa più capace finirebbe per prevalere, ma quella più visibile.

I MERCATI CONTENDIBILI

Gli effetti benefici della concorrenza perfetta si realizzano tuttavia anche in essenza dei requisiti richiesti dalla forma di mercato, purché sussistano le condizioni del cosiddetto mercato contendibile.

Un mercato contendibile è caratterizzato da una perfetta accessibilità per l'assenza di barriere all'entrata e all'uscita.

In particolare il mercato contendibile presuppone che:

- Non esistano costi irrecuperabili (costi affondati, sunk costs): l'impresa che esce dal mercato deve essere in grado di recuperare il valore residuo degli investimenti effettuati;

- Sia possibile una veloce entrata e uscita anche per poco tempo (cosiddette scorrerie competitive o politica del mordi e fuggi, hit-and-run).

In presenza di siffatte condizioni contendibilità, l'impresa anche di grandi dimensioni e con possibilità di imporre i propri prezzi, preoccupata della concorrenza potenziale rappresentata dall'incombente minaccia dell'entrata sul mercato di altre imprese, fisserà il prezzo della propria merce ai livelli della concorrenza perfetta.
Se, infatti, approfittando del suo momentaneo potere contrattuale, l'impresa stabilisse un prezzo più alto, nuovi concorrenti potrebbero affacciarsi sul mercato praticando prezzi più bassi e quindi conquistando il mercato, per poi uscirne, senza costi aggiuntivi, una volta cessata l'occasione di profitto.

Il mercato contendibile quindi può impedire alle imprese esistenti lo sfruttamento del proprio potere di mercato anche al di fuori del regime di concorrenza perfetta.
La teoria dei mercati contendibili è alla base delle politiche di deregolamentazione attuate, soprattutto negli Stati Uniti, negli ultimi anni. Un settore dove si registra frequentemente la presenza del mercato contendibile è quello agricolo.

IL MONOPOLIO ASSOLUTO

Un'altra forma di mercato pura, raramente presente nella realtà economica, è il monopolio assoluto caratterizzato dalla presenza di una sola grande impresa in grado di influire sulle condizioni di mercato e di determinare il prezzo della merce.

Per avere monopolio assoluto occorre non solo che l'offerta sia concentrata tutta in una sola impresa, ma anche che non sia data in alcun modo la possibilità ad altre imprese di entrare nel mercato. La domanda è suddivisa tra un numero elevato di soggetti tra di loro concorrenti e indipendenti.
Il bene offerto, inoltre, deve essere unico e senza surrogati, giacché la possibilità di sostituire il bene in monopolio con altri beni simili, ridurrebbe notevolmente il potere dell'impresa. Come si può intuire, anche questa forma di mercato presenta scarse possibilità di applicazione pratica e, al pari della concorrenza perfetta, appare come un modello puramente teorico.

LE CARATTERISTICHE DEL MONOPOLIO ASSOLUTO

- Occorre anche che nessuna altra impresa possa entrare nel mercato.

- Il bene offerto è unico e non esistono surrogati.

- Il monopolista può influire sulle condizioni di mercato e stabilire il prezzo di vendita della merce.

I VARI TIPI DI MONOPOLIO

Il monopolio può essere originato dalla proprietà esclusiva di una determinata risorsa, ad esempio della sorgente di una particolare acqua minerale effervescente (monopolio naturale) oppure dalla titolarità di un brevetto o di una concessione amministrativa in esclusiva (monopolio legale), oppure essere l'esito finale della concorrenza tra imprese che ha portato all'affermarsi di un'unica azienda i cui enormi volumi di produzione raggiunti permettono di trarre vantaggio dalle economie di scala a tal punto da produrre a costi insostenibili per ogni altra impresa concorrente (monopolio di fatto).

IL MONOPOLIO PRIVATO E PUBBLICO

Si usa distinguere tra monopolio privato, in cui l'unica impresa produttrice è privata, e monopolio pubblico, quando è lo Stato ad assumere il ruolo di monopolista.

Il monopolio pubblico può essere di due tipi

- Fiscale; lo Stato si riserva in esclusiva la produzione di un bene o di un servizio allo scopo di realizzare un'entrata fiscale imponendo tariffe assai superiori rispetto ai costi di produzione (come accade, ad esempio, con le lotterie nazionali o la vendita del tabacco);

- Sociale; ha lo scopo di assicurare alla popolazione beni e servizi ritenuti di primaria importanza (ad esempio, energia elettrica, acqua, telefoni) a prezzi e condizioni favorevoli, sottraendoli al potere contrattuale dei privati; in tal caso lo Stato produce a tariffe inferiori rispetto ai costi di produzione, coprendo le perdite con il prelievo fiscale.

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