La nuova spiegazione che è stata esposta durante l'ora è la Boemia.
Nel decenni seguenti le idee di Wyclif continuano a trovare qua e là, in Inghilterra, sporadici seguaci: ma è altrove, nel continente europeo, e precisamente in Boemia, che le sue idee incontrano un interprete capace di esercitare una grande influenza, Jan Hus.
Costui nasce nella Boemia meridionale nel 1369. Dopo aver concluso nel 1396 i suoi studi all'Università di Praga, nel 1400 viene ordinato prete e nel 1402 diventa rettore della stessa Università. Molto critico nei confronti della dissolutezza morale di numerosi ecclesiastici che, vivendo nel peccato, gli sembrano indegni di svolgere il loro compito pastorale, Hus trova negli scritti di Wyclif le indicazioni teoriche e teologiche che possono sostenere queste sue convinzioni. Si impiega quindi in un'opera di predicazione e di elaborazione concettuale a favore di una profonda riforma morale della Chiesa, mentre traduce anche qualche opera di Wyclif in ceco. Le sue posizioni gli valgono un certo numero di seguaci, sia all'interno dell'Università di Praga, sia nella società boema, ma gli costano anche - sin dal 1410 - ripetute scomuniche che, tuttavia, non fermano la sua attività di predicazione e di insegnamento.
Sul finire del 1414 Hus accetta l'invito a partecipare al concilio di Costanza per difendersi personalmente dalle accuse di eresia che avevano cominciato a esser rivolte contro i suoi scritti e le sue parole. La scelta non si rivela felice: giunto a Costanza, viene arrestato, sottoposto a un processo, riconosciuto eretico e condannato al rogo, su cui viene bruciato il 6 luglio 1415.
Durante la sfortunata partecipazione al concilio di Costanza, uno dei suoi seguaci a Praga, interpretando alla lettera una descrizione contenuta nel Nuovo Testamento, comincia a sostenere la necessità che la comunione sia impartita ai fedeli sotto le specie del pane e del vino, soluzione fin allora riservata solo agli ecclesiastici. Hus, dopo un'iniziale incertezza, si dichiara favorevole alla cosa; sicchè la teoria utraquista (che vuole cioè che entrambe le specie, il pane e il vino, siano impartite ai fedeli durante la comunione diventa il tratto distintivo degli hussiti.
La diffusione delle nuove teorie in Boemia diventa rapidamente imponente, conquistandosi anche il sostegno di un buon numero di membri della minore nobiltà. Sia nella città di Praga sia in una vasta area circostante gli hussiti, che pare non si considerano eretici, nè esterni alla Chiesa di Roma, cominciano a cacciare dalle chiese i preti che non vogliono aderire alla teoria utraquista e li rimpiazzano con altri favorevoli. Ben presto gesti così radicali provocano uno scontro senza possibilità di mediazione tra le autorità ecclesiastiche e i sostenitori della teoria utraquista.
Il conflitto finisce per assumere anche un netto profilo socio-politico: a difesa dell'ortodossia cattolica si schierano i vescovi, il re di Boemia (Venceslao e poi suo fratello Sigismondo, imperatore del Sacro romano impero che, alla morte di Venceslao - avvenuta nel 1419 -, eredita la corona di Boemia), la nobiltà maggiore, la comunità tedesca presente a Praga e in altre aree della Boemia e una parte della popolazione; sull'altro fronte, oltre a un buon numero di membri della nobiltà minore, di docenti dell'università, di preti utraquisti e di artigiani delle città, milita anche un numero crescente di contadini delle aree rurali che circolano Praga.
All'inizio la fortuna arride ai ribelli hussisti, i quali conseguono importanti successi militari sugli eserciti inviati dall'imperatore Sigismondo e dal papa Martino V. Successivamente all'interno del movimento interviene una spaccatura tra l'ala radicale - i taboriti (dal nome del biblico Monte Tabor) -, che insieme con la riforma religiosa reclama anche un rinnovamento della società su basi egualitarie, e l'ala più moderata, interessata a mantenere l'ordine gerarchico tradizionale. E così, nello stesso tempo in cui gli hussisti si difendono congiuntamente dalle milizie imperiali, combattono anche sanguinosissime guerre interne, che comportano esecuzioni, razzie, violenze di ogni tipo.
Questa lunga fase conflittuale trova una conclusione tra il 1431 e il 1436: in questi anni gli hussisti moderati si impongono sui gruppi più radicali; dopo laboriosissime trattative, i fondamenti della fede utraquista vengono riconosciuti dal concilio di Basilea, che ammette gli hussisti come membri della Chiesa, allo stesso titolo egli ortodossi; in cambio gli hussisti, che controllano il territorio boemo, riconoscono all'imperatore Sigismondo il titolo di re di Boemia.
Nonostante tutto, dunque, il nuovo linguaggio del radicalismo spirituale/politico/sociale continua a vivere e in breve tempo troverà altre menti e altri cuori pronti ad accoglierlo, ben al di là dell'angolo di Europa nel quale si è sviluppata la tormentata esperienza hussista.
Nessun commento:
Posta un commento