In certi momenti la violenza diventa collettiva - e al tempo stesso - dichiaratamente eversiva. Certo, le rivolte non sono infrequenti neppure nei secoli precedenti: ma nel tardo Medioevo sono particolarmente numerose e devastanti, poichè esprimono un disagio sociale disperato e cupo che non riesce a trovare altri modi possibili per manifestarsi. Le razzie e le distruzioni delle guerre legittime, la pressione fiscale causata dalle esigenze della guerra, le carestia, la peste, la crisi economica che ne consegue, lo sfruttamento dei contadini nelle campagne e degli operai nei laboratori artigianali delle città sono tutti fattori che convergono e si sovrappongono nello spiegare questo ripetersi di scoppi di violenza sociale e politica.
Ma col trascorrere dei decenni si delinea una nuova tendenza: ancora più chiaramente di quanto non fosse accaduto in precedenza, i ribelli prendono infatti a parlare il linguaggio delle Sacre Scritture, cosicchè le inquietudini sociali e quelle spirituali si fondono in un'unica esperienza di eterodossia religiosa e socio-politica.
Come mai si opera questa sovrapposizione?
Nella cultura medievale - così dominata dal senso del soprannaturale - non è certo insolito che questioni politiche siano lette e interpretate sulla base dei valori cristiani. E d'altro canto, più volte, nei secoli precedenti, si sono formate e diffuse correnti critiche nei confronti dei consumi della Chiesa e degli ecclesiastici, che il papa con l'aiuto delle autorità laiche aveva saputo fronteggiare, a volte con inusitato vigore. Ma ora la crisi che squassa il Papato per tutto il periodo che va dai primi del XIV secolo alla fine dello scisma d'Occidente apre nuovi spazi per la manifestazione e la diffusione di opinioni eterodosse, sollecitate anche da tutta una serie di comportamenti di singoli ecclesiastici che sembrano allontanarsi moltissimo dalla semplicità e di giustizia sociale si incontrano. Ne nascono un linguaggio e una pratica nuovi, che fondono rigorismo etico, radicalismo sociale e purismo religioso, inaugurando un modello che sarà ricordato e molte volte rivissuto da numerose generazioni a venire.
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