La prima fondamentale distinzione dell'economia politica è quella tra microeconomia e macroeconomia.
La microeconomia è quella parte della scienza economica che ha per oggetto l'analisi del comportamento del singolo soggetto economico e prende in considerazione i dati relativi ai singoli casi.
La microeconomia prende in esame il comportamento di un soggetto economico nella sua individualità (ad esempio il comportamento di un consumatore o di una impresa), analizza ed elabora i dati relativi al caso singolo. Il comportamento del singolo viene presunto in tutti gli altri soggetti del sistema (ad esempio ogni consumatore, ogni impresa) e così facendo si arriva a fornire spiegazioni dell'intera realtà economica.
La microeconomia ha per oggetto l'analisi dei comportamenti di intere categorie di soggetti economici e prende in considerazione le grandezze aggregate.
Al contrario della microeconomia, essa studia gruppi omogenei di soggetti economici (tutte le imprese, tutti i consumatori, ecc.) e analizza grandezze aggregate, cioè il risultato dell'unione dei dati ricavati a livello microeconomico (il consumo, la produzione, il reddito, ecc. di un Paese è il risultato della aggregazione dei singoli consumi, prodotti, redditi, ecc. di tutti i soggetti di quel Paese).
Un altro modo di ripartire la scienza economica è tra economia statica ed economica dinamica.
La prima studia fenomeni economici come fossero, per così dire, sospesi nel tempo, cioè non disturbati dalle trasformazioni che inevitabilmente il progredire del tempo determina.
L'economia dinamica, al contrario, si occupa del processo di trasformazione che i fenomeni economici subiscono con il passare del tempo.
L'economia politica non si limita a studiare i comportamenti economici esistenti, ma fornisce anche suggerimenti su come i soggetti economici e, in particolare lo Stato, dovrebbero comportarsi per raggiungere gli obiettivi desiderati. Da questo punto di vista si usa distinguere tra economia positiva, il cui soggetto di studio sono i fenomeni realmente esistenti (positivo dal latino positum, posto), ed economia normativa, che si preoccupa invece di studiare e suggerire i comportamenti auspicabili. La prima studia ciò che è, la seconda ciò che dovrebbe essere.
Fa parte dell'economia normativa la politica economica.
Per politica economica si intende l'insieme dei provvedimenti posti in essere dallo Stato e in generale dalle autorità pubbliche per il proseguimento di obiettivi prefissati.
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